martedì 30 dicembre 2014

Nuovo vecchio



Chiuderò questo libro... e... congelerò  tutto quello che di  brutto.
Aprirò un nuovo libro e ci metterò speranze, positività, e voglia di fare. 

lunedì 29 dicembre 2014

Viola.....una fiaba per i bambini





Una mattina, al Polo Nord, l'orso bianco fiutò nell'aria un odore insolito e lo fece notare all'orsa maggiore (la minore era sua figlia): 
- Che sia arrivata qualche spedizione?
Furono invece gli orsacchiotti a trovare la viola. Era una piccola violetta mammola e tremava di freddo, ma continuava coraggiosamente a profumare l'aria, perché quello era il suo dovere.
- Mamma, papà, - gridarono gli orsacchiotti.
- Io l'avevo detto subito che c'era qualcosa di strano, - fece osservare per prima cosa l'orso bianco alla famiglia. - E secondo me non è un pesce.
- No di sicuro, - disse l'orsa maggiore, - ma non è nemmeno un uccello.
- Hai ragione anche tu, - disse l'orso, dopo averci pensato su un bel pezzo.
Prima di sera si sparse per tutto il Polo la notizia: un piccolo, strano essere profumato, di colore violetto, era apparso nel deserto di ghiaccio, si reggeva su una sola zampa e non si muoveva. A vedere la viola vennero foche e trichechi, vennero dalla Siberia le renne, dall'America i buoi muschiati, e più di lontano ancora volpi bianche, lupi e gazze marine. Tutti ammiravano il fiore sconosciuto, il suo stelo tremante, tutti aspiravano il suo profumo, ma ne restava sempre abbastanza per quelli che arrivavano ultimi ad annusare, ne restava sempre come prima.
- Per mandare tanto profumo, - disse una foca, - deve avere una riserva sotto il ghiaccio.
- Io l'avevo detto subito, - esclamò l'orso bianco, - che c'era sotto qualcosa.
Non aveva detto proprio così, ma nessuno se ne ricordava.
Un gabbiano, spedito al Sud per raccogliere informazioni, tornò con la notizia che il piccolo essere profumato si chiamava viola e che in certi paesi, laggiù, ce n'erano milioni.
- Ne sappiamo quanto prima, - osservò la foca. - Com'è che proprio questa viola è arrivata proprio qui? Vi dirò tutto il mio pensiero: mi sento alquanto perplessa.
- Come ha detto che si sente? - domandò l'orso bianco a sua moglie.
- Perplessa. Cioè, non sa che pesci pigliare.
- Ecco, - esclamò l'orso bianco, - proprio quello che penso anch'io.

Quella notte corse per tutto il Polo un pauroso scricchiolio. I ghiacci eterni tremavano come vetri e in più punti si spaccarono. La violetta mandò un profumo più intenso, come se avesse deciso di sciogliere in una sola volta l'immenso deserto gelato, per trasformarlo in un mare azzurro e caldo, o in un prato di velluto verde. Lo sforzo la esaurì. All'alba fu vista appassire, piegarsi sullo stelo, perdere il colore e la vita.
Tradotto nelle nostre parole e nella nostra lingua il suo ultimo pensiero dev'essere stato pressapoco questo:
- Ecco, io muoio... Ma bisognava pure che qualcuno cominciasse... Un giorno le viole giungeranno qui a milioni. I ghiacci si scioglieranno, e qui ci saranno isole, case e bambini.


sabato 27 dicembre 2014

Preghiera alla famiglia di Nazareth




Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.......nulla è impossibile a Dio.    Lc.1,35-37

PREGHIERA ALLA FAMIGLIA DI NAZARETHGesù, Giuseppe e Maria, siate la salvezza dell'anima mia !
Piccolo Fanciullo di Nazareth
che vivi nel silenzio, nella pace, nell'umiltà,
scendi in me e dammi la dolcezza,
il silenzio, la pace e l'umiltà;
fa che io ami le piccole cose
i fanciulli, i tuoi sentimenti, la tua casa;
che io lavori con te sotto i tuoi occhi, nel tuo amore;
che io non ti perda di vista,
che io viva, che io pensi, che io parli
come se tu fossi davanti a me,
con a fianco Maria e Giuseppe.
Fa che io ami una casa piccola,
con la dolcezza, con l'ordine,
con la modestia e il sollievo
che viene dall'umiltà.
Dammi la pace, la giovinezza, la calma,
la fanciullezza, la piccola casa,
dammi Nazareth.



domenica 21 dicembre 2014

La leggenda del panettone

Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico il Moro, Signore di Milano, si tenne un gran pranzo.
Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto. Purtroppo, quel dolce così atteso, si era bruciato durante la cottura; il panico colse l’intera cucina: i cucinieri erano avviliti ed impauriti, temendo chissà quali punizioni da parte del Duca.


Ecco allora che un piccolo sguattero della cucina, di nome Toni, si avvicina al capo cuoco e con un filo di voce gli dice che ha realizzato, per sé e per i suoi amici, un nuovo dolce con gli avanzi dell’impasto del dolce bruciato. Niente di che, vi ha aggiunto delle uova, zucchero, un po’ di uvetta e cedro candito. Se voleva poteva portarlo in tavola.
Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l’unico dolce che aveva a disposizione. Un “pane dolce” inconsueto fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba. Un coro di lodi si levò unanime e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome.


Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore e da quel momento tutti mangiano e festeggiano con il “pan del Toni”, ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo.

venerdì 19 dicembre 2014

Tra poco.....




Il Natale è 'la celebrazione annuale di valori come amore e famiglia. Per questo è veramente bello ed è possibile trovare con noi i regali di Natale e perfetti che delizieranno grandi e piccini: Idee per i regali divertenti e insoliti per i vostri familiari, amici e tutti coloro che sono interessati a qualcosa o che hanno già tutto.





La leggenda dell’agrifoglio
La leggenda sull'origine dell'agrifoglio, la pianta spinosa dalle bacche rosse, che si offre in segno di augurio...
Un piccolo pastore si svegliò, all’improvviso, nel cuore della notte. In cielo c’era una luce nuova: una luce mai vista a quell’ora. Il pastorello, impaurito, lasciò l’ovile, e corse verso il bosco: e lì, nel campo aperto, sotto una bellissima volta celeste, udì dall’alto il canto soave degli Angeli, che annunziavano la lieta novella della nascita di Cristo. 
A quella vista il pastorello si tranquillizzò.
Intanto, cominciava a sopraggiungere molta gente e tutti, a passi affrettati, si dirigevano verso una grotta.
- Dove andate? – chiese il pastorello.
- Non lo sai? – rispose una giovane donna - È nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le porte del Paradiso.
Il pastorello pensò di unirsi alla comitiva: anch’egli voleva vedere il Figlio di Dio. A un tratto, si accorse che tutti recavano un dono, soltanto lui non aveva nulla da portare a Gesù. Triste e sconvolto, ritornò verso le sue pecore.
- Non ho nulla, nemmeno un fiore! Che cosa si può donare quando si è così poveri?
Mentre pensava queste cose, i suoi piedi nudi furono punti da spine. - Ahi! – esclamò e si fermò si fermò a guardare in terra: - Oh, un arbusto ancor verde!
È una pianta di agrifoglio, dalle foglie lucide e spinose!
Il coro di Angeli sembrava avvicinarsi, c’era tanta festa attorno. Come resistere al desiderio di correre dal Santo Bambino anche se non si ha nulla da offrire?
Ebbene, il pastorello prese il ramo di agrifoglio e si avviò alla Divina capanna… quello era il suo omaggio.
Giunto alla grotta, si avvicinò felice e confuso al bambino sorridente che sembrava aspettarlo.
Ma che cosa accadde? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle spine, si trasformano in rosse palline, che si posarono sui verdi rami dell’arbusto che aveva raccolto per Gesù.
Al ritorno, un’altra sorpresa attese il pastorello: nel bosco, tra le lucenti foglie dell’agrifoglio, era tutto un rosseggiare di bacche vermiglie.
Da quella notte  Santa, l’agrifoglio viene offerto, in segno di augurio, alle persone care.L'agrifoglio

giovedì 18 dicembre 2014

La Certosa di San Martino




La Certosa di San Martino fu costruita a partire dal 1325 secondo il modello delle fondazioni certosine.
Consacrata nel 1368, venne dedicata a San Martino, a San Bruno, alla Vergine e a tutti i Santi. La primitiva ‘veste’ gotica dovuta all’architetto e scultore senese Tino di Camaino subisce le prime trasformazioni nel corso del XV e XVI secolo, quando hanno inizio i lavori di ampliamento per opera dell’architetto toscano Giovanni Antonio Dosio.
Dal 1623 sino al 1656 si registra l’intervento dell’architetto bergamasco Cosimo Fanzago, protagonista indiscusso della regia della decorazione e della nuova configurazione architettonica barocca; per tutto l’arco del Seicento si avvicendano nel cantiere le maggiori personalità artistiche del tempo, tra cui Battistello Caracciolo, Jusepe Ribera e Giovanni Lanfranco.

Presepe napoletano settecentesco


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domenica 14 dicembre 2014

San Gregorio Armeno




Via San Gregorio Armeno è la celebre strada degli artigiani del presepe, famosa in tutto il mondo per le innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. La via e le botteghe possono essere visitate durante tutto l’anno ed il visitatore è così ricondotto ogni volta alla magica atmosfera natalizia. Per ogni famiglia napoletana, il Natale a Napoli è anche una visita “a San Gregorio Armeno”: una tappa obbligatoria prima di intraprendere la costruzione o l’ampliamento del proprio presepe.

Gesù velato a Napoli


Gesù velato





Situato nel cuore del centro antico di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinasticobellezza mistero s'intrecciano creando qui un'atmosfera unica, quasi fuori dal tempo.
Tra capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa "tessitura" del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come leMacchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l'ingegno umano abbia mai concepito.
Un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità 
del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangrosettimo principe di Sansevero.
Nell’ambito dell’edizione 2014 di “Tu Scendi dalle Scale”, l’Associazione Cultural


Il Centro Antico e rappresenta tuttora, senza alcuna variazione di rilievo , l'impianto urbano della Napoli greco-romana, scandito dai tre lunghe strade parallele, dette Decumani, e dai numerosi "cardines", piccole stradine che dividono la zona in un fitto reticolato. Questo è un tessuto urbano frequentato e vissuto ininterrottamente da oltre 25 secoli, dove le testimonianze di pura archeologia sono frequenti, talvolta a cielo aperto, o altre sotto il livello stradale, come il caso rispettivamente, delle Mura Greche in Piazza Bellini e degli Scavi di San Lorenzo Maggiore. Il Decumano Maggiore si sviluppa lungo Via Tribunali, la quale fronteggia alla sua estremità Castel Capuano, lungo questa strada troveremo cose interessanti come: le due colonne di San Paolo Maggiore provenienti dal Tempio dei Diòscuri; un forno di Vico Panettieri, locale che risale all'epoca di Nerone; un'intera zona dell'antica città nel sottosuolo di San Lorenzo Maggiore mentre nel sottosuolo del Duomo c'è un'area archeologica di grande interesse, il Pronao di San Gregorio Armeno dove si esibisce tuttora l'ara del Tempio di Cerere. I muri e i cortili delle case mostrano qua e là il reticolato e il laterizio romano. Una passeggiata lungo il Decumano Maggiore si rivelerà interessante anche perché nella zona si trovano anche "stratificazioni" di epoche posteriori, dal Medioevale al Rococò.



 di Napoli, parte del più vasto Centro Storico che l'UNESCO ha dichiarato nel 1997 "Patrimonio Mondiale dell'Umanità",