Rieccomi qui.
A spizzichi e bocconi son riuscita a trascorrere un paio di settimane al mare.
Mia mamma e mio suocero hanno preferito restare a casa in compagnia di mio fratello l’una e mia cognata l’altra per tutta una serie di motivi. Ci siamo allegramente turnati e tutto è stato semplice e agevole. La cosa ridicola, se non fosse tragica, è stata la compagnia del nostro Lucky, un barboncino nero toy.
Il nostro bel paese tutela gli animali, si preoccupa di regolamentare il loro benessere, la tutela, il primo soccorso e quanto altro, ma quasi ogni comune emette veti ed ordinanze spesso surreali che non concedono spazio ai nostri amici a quattro zampe e rendono la vita amara sia a noi che a loro per cui, come sempre, si predica bene e si razzola male.
Comunque a me personalmente è andata bene, perché, a parte alcuni divieti drastici, di natura igienica, è andata alla grande. Sono riuscita a portare Lucky addirittura sulla spiaggia e l’ultimo giorno ha fatto addirittura il bagno a mare. Ma il comune che mi ha ospitata è davvero un’isola felice e il gestore dello stabilimento balneare è una persona intelligente e sensibile.
Noi, dal canto nostro abbiamo reso il minor fastidio possibile agli altri ospiti circostanti. Infatti, abbiamo privilegiato le prime ore del mattino…alle nove eravamo già in spiaggia e alle undici, quando la spiaggia si affollava, eravamo già su a casa. Questa scelta ci ha gratificato non poco, perché potevamo correre sul bagnasciuga, sederci in riva al mare, giocare con lui tranquillamente. Lucky, dal canto suo, si è comportato proprio bene…con educazione e con discrezione e raccolto coccole e complimenti da tutti quelli che passavano. Mentre lo guardavo, però, pensavo a tutti quei cani sfortunati che avevano realtà totalmente diverse e realizzavo che anche per i cani vale il detto “ sei nato con la camicia “.