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lunedì 6 dicembre 2010

Ti piace il presepe?





Te piace o' presepe ? 
Ogni anno si presenta lo stesso dilemma…albero o presepe???
A Napoli il problema non si pone o perlomeno non si poneva, perché la tradizione conduceva al presepe.
Il presepe, come tutti già sapete, nasce con san Francesco, in un bosco presso Greggio, nel Natale del 1223, durante le rappresentazioni sacre nel periodo natalizio.
Nei secoli successivi si possono ammirare esempi di presepi monumentali in marmo o in legno consistenti in Natività, realizzati e conservati in chiese dell'Italia centro meridionale.
Nel corso del Cinquecento compaiono: qualche paesaggio, cani,  pecore, capre, oltre all'asino e al bue da sempre presenti nella grotta.
Per tutto il secolo, il presepe mantiene sempre la stessa struttura compositiva: in basso la grotta con angeli e pastori, più in su le montagne con le greggi, e lontano il corteo dei magi.
Ma il secolo d'oro del presepe è il settecento: in questo secolo hanno il loro grande sviluppo, in Italia, i presepi "colti": quello napoletano, il genovese, i presepi siciliani.
Ed ora, scusate, ma vi parlo del presepe napoletano composto da tre gruppi compositivi: la Nascita nella grotta-stalla, l'Annuncio in cui gli angeli e la Taverna, ma anche la Fontana, con le sue scene di costume, di venditori e di umanità sofferente.
Il re Carlo III aveva per il presepe una vera passione. Quando dovette lasciare Napoli per salire al trono di Spagna, portò con se un grandissimo presepe, e numerosi artigiani, che iniziarono anche in Spagna una tradizione importante d'arte presepiale. Allora nobili e ricchi borghesi gareggiarono nell'allestire impianti scenografici giganteschi e spettacolari, in cui il gruppo della Sacra Famiglia fu sopraffatto da un tripudio di scene profane che riproducevano ambienti, situazioni e costumi della Napoli popolare dell'epoca. Furono investiti capitali per assicurarsi i "pastori" più belli e la collaborazione degli artisti più rinomati; il sacro evento divenne pretesto per far sfoggio di cultura, ricchezza e potenza.
Nella prima metà dell'800 la moda tramontò
Michele Cuciniello, collezionista napoletano che fece dono al Museo di San Martino della sua collezione di "pastori", animali e accessori del XVII e XIX secolo, disse che "Il presepio è il Vangelo tradotto in dialetto partenopeo"