Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. Si erano conosciuti in India, dove l'italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L'indiano aveva fatto da guida agli italiani, portandoli a esplorare gli angoli più caratteristici della sua patria.
Riconoscente, l'amico milanese aveva invitato l'indiano a casa sua. Voleva ricambiare il favore e fargli conoscere la sua città. L'indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all'insistenza dell'amico italiano e un bel giorno sbarcò da un aereo alla Malpensa.
Il giorno dopo, il milanese e l'indiano passeggiavano per il centro della città. L'indiano, con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero d'avere un amico così esotico.
Ad un tratto, in piazza San Babila, l'indiano si fermò e disse: "Senti anche tu quel che sento io?"
Il milanese, un po' sconcertato, tese le orecchie più che poteva, ma ammise di non sentire nient'altro che il gran rumore del traffico cittadino.
"Qui vicino c'è un grillo che canta", continuò, sicuro di sé, l'indiano.
"Ti sbagli", replicò il milanese "io sento solo il chiasso della città. E poi, figurati ......se ci sono grilli da queste parti".
"Non mi sbaglio. Sento il canto di un grillo", ribatté l'indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. Dopo un po' indicò all'amico che lo osservava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si rintanava
brontolando contro i disturbatori del suo concerto.
"Hai visto che c'era un grillo? ", disse l'indiano.
"È vero", ammise il milanese. "Voi indiani avete l'udito molto più acuto di noi bianchi... ".
"Questa volta ti sbagli tu", sorrise il saggio indiano. "Stai attento... ".
L'indiano tirò fuori dalla tasca una monetina e facendo finta di niente la lasciò cadere sul marciapiede.
Immediatamente quattro o cinque persone si voltarono a guardare.
"Hai visto? ", spiegò l'indiano. "Questa monetina ha fatto un tintinnio più esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti bianchi lo hanno udito? ".
Cara Zicin, ho letto tutto in un fiato questo bellissimo racconto, grazie di averlo condiviso con tutti noi, un abbraccio forte.
RispondiEliminaTomaso
Che storia bellissima! Cara Zicin grazie per averla riportata.
RispondiEliminaTi abbraccio,
Lara
Ciao, son passato per ringraziarti dell'attenzione che riservi ai miei post.
RispondiEliminaCordialità.
insomma.... sentiamo quel che vogliamo sentire....
RispondiEliminae mi sa che è vero
Che bella storia , grazie per i tuoi stupendi post li adoro!!
RispondiEliminasmacckete Anna
ciao grazie Zicin, son tornata.) molto istruttiva la storia, chi e' abituato a vivere nel silenzio sente suoni che altri ormai non sentono piu', sono piu' sensibilizzati, baci rosa buon pomeriggio a presto.)
RispondiEliminamolto bello questo brano che hai scelto,ed è proprio vero,sentiamo ciò che vogliamo sentire e non quello che si sente.
RispondiEliminaciao zicin buona settimana
Ciao cara Zicin,bella storia,molto coinvolgente,grazie per averla presentata.
RispondiEliminaBuona serata.
Un abbraccio.
Penso di poter dire che ci sono vari modi di vivere una città rumorosa e caotica come Milano soprattutto nei giorni lavorativi...come penso che ci sono tantissimi modi per ascoltare...ognuno secondo le proprie abitudini e attitudini...
RispondiEliminaUna metafora come dire: Non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire...
Bella storia e anche istruttiva.
RispondiEliminaCristiana
Cara Zincin ( Lina)
RispondiEliminaMolto bello il post dal libro "Il canto del grillo. Piccole storie per l'anima" di Bruno Ferrero. Io anni fa ne ho letto un altro
la storia del "clown"Di Bruno Ferreri, Il canto del grillo. Ora provo a scriverlo .
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In uno studio di un celebre psichiatra si presentò un giorno un uomo che a prima vista era una persona normalissima , serio e molto elegante nulla faceva pensare che avesse di problemi seri . Ma dalle prime frasi
il medico scoprì che questo signore era intimamente triste ed abbattuto da un profondo senso di una profonda malinconia , e da una forte depressione ,di una malinconia a dir poco assillante . Il medico iniziò con grande scrupolosità il suo lavoro terapeutico e, al termine del colloquio disse al signore :
Ma perchè non va al circo che è appena arrivato nella nostra città? pensi che si esibisce un famosissimo clown che fa ridere tutto il mondo : tutti parlano con entusiasmo di lui , perchè è l'unico al mondo, e se lei vuole andarci sicuramente le gioverà la salute e le farà molto bene... ci vada e vedrà che mi darà ragione "L'uomo scoppiò in lacrime come un bambino e rispose tristemente : Dottore!
quel clown sono proprio io ...
Zicin se si pensa che dietro quel sorrisone rosso dipinto sulla bocca che fa ridere a tutti ..quel buffo nasone che fa divertire così tanti bambini, quegli occhi apparentemente allegri, quei colori, quei bizzarri vestiti tutto pensiamo che lui non può essere mai ? Nel mondo ci sono molte persone come il "clown"non come il mestiere vero e proprio di pagliaccio. E se lo sono anch'io tante volte ,allora mi chiedo ma questo mondo è un circo?perchè non riusciamo a togliere quella "maschera" che non ci permette di rivelarci al mondo, restando così imprigionati e nascosti dietro di essa, come se avessimo paura di uscire, mostrare la nostra identità e ... Vivere. Complimenti per post.
a presto un bacio Lina
Ciao Zicin!
RispondiEliminaNon conoscevo questo racconto, ma devo ammettere che le verità contenute al suo interno lasciano un po' senza parole.
Che bella morale ha questo racconto!
RispondiEliminaPurtroppo è così, siamo molto più propensi e attenti ad ascoltare altre "voci" che non sono quelle che la natura ci offre, di sua spontanea volontà...
Buona serata.
Ciao cara, il tuo racconto mi fa pensare. Il "tintinnio" del denaro copre il suono di tutto nel nostro mondo. Ma credo che in fondo del cuore vorremmo sentire il silenzio pacifico della natura con canto di grillo:)).
RispondiEliminaUn caro saluto e baci
proprio una bella storia Zicin ! complimenti !
RispondiEliminabella storia
RispondiEliminache saggezza
complimenti!
veramente piacevole e da riflettere
buona giornata Michele pianetatempolibero
Ciao cara, buona giornata con caffè ed un abbraccio + un grazie:-)
RispondiEliminaDirei che solo le persone "attente" possono percepire dei canti, le altre vedono solo monete.
Che bella morale, ha ragione l'indiano le nostre orecchie anche loro non sentono nessu canto diverso dal tintinnio della moneta.
RispondiEliminaQuesto è il nostro guaio...purtroppo abbiamo perso tante cose...
L'anima nostra tace e quelle che parlano non sono ascoltate.
Ciao Donna, dal tuo angolo questa mattina ho raccolto una riflessione che ha dato alla mia anima un fiore in più
Bacione ciao.
ps sono impegnata, ho un'amica a casa come ospite. ciao.
Ciao Zicin, piacere di conoscerti, grazie di esser passata da me!
RispondiEliminaBello questo racconto, conosco bene Bruno Ferrero. Credo che si sia un pò persa questa splendida abilità di ascoltare il canto del grillo... spesso viene offuscato da mille altri pensieri! Mi piace pensare che solo le persone semplici, ma profonde e sensibili, sono quelle in grado non solo di sentire, ma di ascoltare davvero, il proprio cuore e quelo altrui!
Un abbraccio di buona giornata! Any