Sicuramente quello che sto per scrivere è banale ed è scontato, ma non importa, ho bisogno di esternarlo. Provo un mixer di sentimenti che mi creano un groppo alla gola e non so se sono più triste o arrabbiata. Sto pensando a Sara… alla mamma e… alla sua famiglia.
Un’ennessima violenza in seno alla famiglia. Sempre, ogni volta, puntualmente, provo sgomento.
La famiglia dovrebbe essere un porto sicuro, un nido dove preparare il volo dei nostri piccoli ed, invece, di tanto in tanto, arrivano notizie così destabilizzanti.
Ogni volta mi chiedo quali mai possono essere le dinamiche che spingono un gesto così assurdo, innaturale, efferato, crudele, spietato… e chi più ne vuole ne metta.
Ogni volta dentro di me si ribella tutto e mi chiedo come si può sopravvivere, poi, ad un dolore così spiazzante???
Sono fatti che non si possono commentare.
RispondiEliminaIl groppo alla gola, inevitabilmente, si trasforma in pianto.
La rabbia, impotente, si trasforma in pietà.
Anch'io oggi penso a lei e alla sua mamma. Stavo scrivendo un post, e ho visto il tuo.
RispondiEliminaNon ci sono veramente parole...
Se ti andava, hai fatto bene. Io a riguardo preferisco tacere.
RispondiEliminaLei ormai non c'è più, ma vedere la mamma assalita dalle torme di avvoltoi dei giornalisti, oggi mi fa ancora più pena. Non c'è proprio la pietà umana.
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