Leggo sul sole 24 ore l'articolo di Anna Zavaritt
Accade in Afghanistan. Il racconto è del NYTimes di ieri questo link qui: in quel Paese le mamme - anche quel istruite ed emancipate come Azita Rafaat, che è membro del parlamento - hanno l'abitudine di vestire le figlie come se fossero maschi. Dietro questa incredibile consuetudine, esigenze di tipo economico ma sopratutto un forte condizionamento socio-culturale: lì è ancora attuale la nostra frase "chi dice donna dice danno" e non riuscire ad avere un figlio maschio è quasi un peccato, da espiare. Incredibile, si dirà. Ma siamo sicuri che anche da noi, in modi diversi, non succeda ancora qualcosa di simile? Quante donne per avere successo si sono "mascolinizzate", diventando dure, negando la propria femminilità, facendo "le ore piccole" in ufficio solo per replicare un modello professionale di stampo maschile? Io le chiamo "le uome", donne che odiano le donne e non si accorgono che così facendo stanno vincendo una partita professionale, ma perdendo la propria identità. A Milano io ne vedo molte.
Leggo ancora su libero :
"Belen (censurata) s'infuria «Tutta colpa del Vaticano»
Per la Rodriguez lo scandalo non è mai abbastanza: le foto di una sua recente campagna sono state edulcorate e lei non la manda giù. Prendendosela col Papa. Tutto 'sto casino per due tette oscurate..."
Ma cosa vuol dire essere donna oggi???
Dove sono gli equilibri della dimensione di una donna vera???
Televisione, carta stampata, cartelloni pubblicitari oramai fanno capo prevalentemente al corpo di una donna.
Ma l'intelligenza, le capacità, e le mille doti specifiche di questo sesso dove stanno andando???
purtroppo ancora si corre dietro all'uguaglianza confondendola con l'omologazione.
RispondiEliminaE prendendo gli stereotipi della maschilità e della femminilità: il lavoro senza criterio e il corpo femminile come oggetto di desiderio.
ma qualcosa sta cambiando...
però fanno notizia solo gli scandali, quelli che fanno leva sugli istinti più bassi di noi e con l'ignoranza...
noi però possiamo lavorare con il buono. Lo sforzo è grande ma penso che la soddisfazione lo sia ancora di più.
Cara Zicin, senza scadere nella facile demagogia nè nel bigottismo, vogliamo parlare della ragazza col cetriolo della Sisley?
RispondiEliminaSiamo da tempo una società che basa la propria sopravvivenza e misura i suoi figli e figlie sull'inganno e la tentazione del subconscio. Uomo e donna, in questo, non sono in antitesi: anzi, concorrono e gareggiano in percentuale identica a questa planetaria operazione di istigazione delle masse alla mercificazione del sè attraverso il sesso e della riconducibilità a questo del tutto.
Intendiamoci: il sesso è bellissimo (in tanti sensi), non c'è bisogno certamente che lo dica io. Ma non è tutto. Nè può esserlo.
Io sono dell'idea che diverse donne per prendersi la rivincita sugli uomini fanno l'impossibile per far vedere che valgono almeno quanto loro e così si dimenticano la loro vera natura femminile. E giusto che ci siano anche donne manager e donne che vanno nello spazio ma senza dover dimostrare a tutti i costi di essere migliori. Facciamo anche un grosso sbaglio ed è quello di non fare nulla per evitare di essere usate per reclamizzare prodotti di vario genere. Il detto dice che tira di più un triangolino di pelo nero che un carro di buoi. Ecco che in tv e nei manifesti pubblicitari spuntano tette e fondoschiena a tutto spiano. Buona vita, Viviana
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